Blog

NCS / News  / Nominare il colore

Nominare il colore

(di Cristina Polli)

Entrare in un negozio di abbigliamento e chiedere, per favore, di farci vedere un cappotto marrone, rientra nella normalità. E’ semplice utilizzare, nella vita di tutti i giorni, una comunicazione riferita ai colori, che spazia da fantasiosi abbinamenti a complicati voli pindarici. Salvo poi non comprendersi con la commessa del negozio che ci propone marroni che non ci piacciono o che non percepiamo allo stesso modo. “Un po’ più scuro?? Un po’ meno castagna?”.
Quando denominiamo i colori, la nostra percezione si basa su categorie linguistiche. Memorizziamo la categoria anziché la sensazione (Davidoff ed Ostergaard, 1987), per cui un “marrone”, per esempio, diviene il referente di “un’intera famiglia di marroni”.
Nell’ambito di studi linguistici e antropologici, attraverso l’ipotesi riduzionista, a contrasto con quella del relativismo linguistico,  Berlin e Kay (1958 -1969) dimostrano che esiste un numero limitato di nomi chiave, undici per l’esattezza, universali, le cosiddette “ categorizzazioni monolexemiche” o a nome singolo, che – come direbbe la Ronchi (2000) – aprono una “finestra naturalistica sul mondo della percezione”…