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Pigmenti mortali

(di Guglielmo Giani)

Nel 1898, Marie e Pierre Curie scoprirono il radio (Ra88).

Sostenendo che il radio avesse effetti benefici, fu aggiunto a molti prodotti domestici: medicinali, dentifrici, cibi confezionati e nell’acqua. Il fatto che fosse fosforescente stimolò l’immaginazione di molti creativi, e fu aggiunto a prodotti di bellezza e incastonato in gioielli. Fu solo a metà del ventesimo secolo che ci si rese conto della tossicità del radio e gli effetti delle radiazioni. Sfortunatamente la storia ci insegna che il radio non è stato l’unico componente tossico o letale usato come pigmento nell’architettura e nell’arte. Tre colori in particolare hanno una reputazione per aver lasciato una scia di vittime: il bianco, il verde e l’arancione.

Già nel quarto secolo avanti Cristo, gli antichi Greci sapevano come trattare il piombo per ottenere la biacca (carbonato basico di piombo) un pigmento bianco brillante sostituito dall’ossido di zinco e ossido di titanio solo negli anni ’30…